Giotto, vissuto tra il 1267 (data presunta) e 1337, allievo di Cimabue, è considerato
il primo grande artista della pittura italiana e innovatore della
pittura occidentale.
Le sue innovazioni si notano nelle sue opere dove crea un nuovo senso
dello spazio e della figura e si avvia verso un naturalismo che supera i
canoni dell’arte figurativa precedente per inaugurare una moderna
visione della realtà.
La cappella degli Scrovegni: l’arte sacra di Giotto
Le più grande testimonianza del lavoro compiuto da Giotto è presente
negli affreschi della cappella degli Scrovegni, edificio sacro
commissionato da Enrico Scrovegni e consacrato il 25 Marzo 1305 in
occasione del giorno della festa dell’Annunciazione. Quest’edificio fu
adibito a luogo di culto per fedeli e le liturgie furono affidate ai
monaci agostiniani.
L’interno della cappella ha una decorazione a più registri. In
quello superiore, sulla parete destra sono raccontate le Storie di Anna e
Gioacchino, i genitori di Maria. Esse partono dalla cacciata di
Gioacchino dal tempio, poiché il suo matrimonio con Anna non aveva dato
figli, fino all’incontro di Anna e Gioacchino presso la porta aurea di
Gerusalemme.
Sulla parete sinistra si susseguono invece le Storie della vita di
Maria; esse partono dalla nascita di Maria fino al corteo nuziale.
Queste storie della Vergine, sviluppate su un intero registro di sei
episodi, costituiscono uno dei più estesi cicli in affresco dedicati
alla Madonna, con alcuni momenti che raramente troviamo in pittura.
Nei registri sottostanti delle pareti sono raccontati in ventiquattro
scene le Storie di Cristo. Sono raffigurati alcuni dei momenti più
significativi della vita del messia partendo dalla nascita, passando per
la fuga in Egitto, il battesimo, le nozze di Cana, l’ Ultima cena, il
Bacio di Giuda, la Crocifissione e la Pentecoste.
Nell’ultimo registro sono presenti sulla parete destra le sette Virtù
mentre sulla parete sinistra i sette Vizi Capitali. Giotto rappresenta
le sette virtù cardinali con figure femminili, ciascuna individuata dal
suo attributo e da una legenda. Nei sette vizi capitali abbiamo
raffigurazioni sia maschili che femminili e per le quali il pittore
elabora nuove soluzioni iconografiche come nel caso di Incostanza,
rappresentata da una fanciulla che sta per perdere l’equilibrio, o di
Invidia rappresentata da una persona con i piedi immersi nel fuoco della
passione che la accende, mentre un serpente, simbolo della maldicenza,
esce dalla sua bocca e le si ritorce contro.
Sopra l’arco trionfale è dipinta in due momenti l’Annunciazione, al
di sotto due momenti della Vita di Cristo che sono posti sopra di due
coretti prospettici. In controfacciata sono dipinte le scene del
Giudizio Universale, dove ciò che colpisce è la figura di Cristo in
mandorla, che ha il ruolo di scegliere eletti e dannati. Possiamo notare
la presenza, in primo piano, di Enrico Scrovegni inginocchiato mentre
offre il modellino della Cappella alla Vergine. Il messaggio
dell’insieme è salvifico infatti ogni fedele che rispetterà le sette
virtù farà parte degli eletti.
LE INNOVAZIONI DI GIOTTO
Come già detto in precedenza, con Giotto abbiamo un nuovo senso dello
spazio e un naturalismo che inaugura una moderna visione della realtà.
Abbiamo nuove forme umane caratterizzate da un’espressività che fino a
quell’epoca non si era mai vista e un passaggio ad una natura
tridimensionale rispetto alla natura bidimensionale come nelle opere del
duecento.
Queste innovazioni sono presenti in numerosissime opere della
Cappella degli Scrovegni come nel Bacio di Giuda dove la tensione
drammatica è altissima. I due protagonisti sono al centro, tra una folla
di soldati di cui intravediamo solo gli elmi, un poco scuriti; Giuda si
avvicina a Gesù per baciarlo e lo copre con il suo mantello,che non a
caso Giotto ha dipinto di giallo, colore del tradimento nei repertori
medievali. Alle spalle di Gesù, Pietro stacca con il coltello l’orecchio
a Malco, il servo del sommo sacerdote, mentre con invenzione
originalissima un altro personaggio, incappucciato e dipinto di spalle,
afferra per il mantello una figura che letteralmente fugge persino dal
riquadro affrescato; si tratta di uno dei discepoli di Gesù che lo
abbandona impaurito.Possiamo notare anche la sovrapposizione delle lance
che è indice di profondità.
Giotto,Bacio di Giuda,affresco della Cappella degli Scrovegni (Padova)
Un’altra opera importantissima e capace di comunicare nei gesti e
nelle espressioni un dolore profondo è il Compianto sul Cristo morto
dove Maria, addoloratissima, abbraccia teneramente il Figlio, mentre le
pie donne sono sedute a terra e la Maddalena tiene fra le mani i piedi
di Gesù; eretto, e quasi al centro della scena, Giovanni, il discepolo
amato, si china verso il Maestro con le braccia all’indietro in un gesto
di disperazione. La scena è tagliata diagonalmente dalla montagna, il
cui profilo sembra accompagnare l’occhio dell’osservatore proprio verso
il Cristo.
Giotto,Compianto sul Cristo morto,affresco della Cappella degli Scrovegni