INIZIAMO A CONOSCERE GIOVANNINO GUARESCHI

 Sabato 11 novembre 2017 abbiamo iniziato il percorso di conoscenza di Giovannino Guareschi, che ci condurrà fino all'Happening.
Siamo stati aiutati da un brillantissimo relatore, Fabio Trevisan, che ci ha accompagnato nella conoscenza di Guareschi.

Ecco un brano letto dal relatore, riferito al periodo di due anni nel Lager, dove il Nostro venne internato insieme a 600.000 italiani.

Dio nel Lager
da Diario clandestino (Dalla conversazione “Baracca 18” Lager di Beniaminovo–1944)
di Giovannino Guareschi


Signora Germania
Signora Germania, tu mi hai messo tra i reticolati, e fai la guardia perché io non esca. E’ inutile signora Germania: io non esco, ma entra chi vuole. Entrano i miei affetti, entrano i miei ricordi. E questo è niente ancora, signora Germania: perché entra anche il buon Dio e mi insegna tutte le cose proibite dai tuoi regolamenti.
Signora Germania, tu frughi nel mio sacco e rovisti fra i trucioli del mio pagliericcio. E’ inutile signora Germania: tu non puoi trovare niente, e invece lì sono nascosti documenti d’importanza essenziale. La pianta della mia casa, mille immagini del mio passato, il progetto del mio avvenire. E questo è ancora niente, signora Germania. Perché c’è anche una grande carta topografica al 25.000 nella quale è segnato, con estrema precisione il punto in cui potrò ritrovare la fede nella giustizia divina.
Signora Germania, tu ti inquieti con me, ma è inutile. Perché il giorno in cui, presa dall’ira farai baccano con qualcuna delle tue mille macchine e mi distenderai sulla terra, vedrai che dal mio corpo immobile si alzerà un altro me stesso, più bello del primo. E non potrai mettergli un piastrino al collo perché volerà via, oltre il reticolato, e chi s’è visto s’è visto.
L’uomo è fatto così, signora Germania: di fuori è una faccenda molto facile da comandare, ma dentro ce n’è un altro e lo comanda soltanto il Padre Eterno. E questa è la fregatura per te signora Germania.


AUTUNNO DAY, RIPARTE L'ANNO INSIEME

Sabato 11 novembre, riparte l'anno che ci porterà all'Happening 2018, con l'AUTUNNO DAY.
Sarà l'occasione per fare festa insieme, assaggiare qualche specialità autunnale e iniziare a conoscere la figura di Giovannino Guareschi, con il giornalista-scrittore Fabio  Trevisan, autore di Bentornato Don Camillo.





Alcuni libri di Guareschi












IN CAMMINO INSIEME VERSO L'HAPPENING 2018

Il 30 settembre 2017 è iniziato ufficialmente il cammino verso l'Happening 2018.
Durante la cena è stato presentato il maestro che ci guiderà per tutto l'anno: è Giovannino Guareschi. 
Sono stati indicati i responsabili dei vari settori (indicati nell'allegato), cosicché fin d'ora ognuno possa essere aiutato a coinvolgersi in questa nuova avventura





UN ANNO DEDICATO A GIOVANNINO GUARESCHI

Il 28esimo Happening, che si terrà dal 20 al 29 luglio 2018, a Salsomaggiore Terme,  sarà dedicato alla riscoperta di Giovannino Guareschi, nel 50esimo della morte, avvenuta il 22 luglio 1968.
E' l'occasione per scoprire l'opera e la vita dello scrittore italiano più tradotto al mondo


GIOVANNINO GUARESCHI - LA BIOGRAFIA

Umorismo, fede, libertà. Sono questi i “segni distintivi” della figura e dell’opera - anche - di Giovannino Guareschi. Con quell’anche, a indicare che in lui, contrariamente a quanto accaduto per tantissimi altri scrittori, la letteratura era veramente come la vita. Dell’umorismo è intrisa tutta la vasta produzione guareschiana: dai primi scritti sui numeri unici della goliardia parmense, e quindi sul “Bertoldo”, alle ultime pagine giornalistiche apparse sul “Borghese”, sin quasi alla morte dell’autore, attraverso dunque l’esperienza del Lager nazista e della galera italiana, della rinata democrazia e della lotta politica per mantenere e sviluppare la riconquistata libertà. L’umorismo può essere considerato il filo conduttore della sua opera. Non disgiunto, peraltro, dagli altri due elementi: la fede e la libertà, caratterizzanti l’essere uomo e l’essere scrittore di Guareschi.
Il quale ebbe un’esistenza certamente breve, e tuttavia, molto intensa.

Giovannino (e non Giovanni, come molti, sbagliando, scrivono) nacque a Fontanelle di Roccabianca il 1 maggio 1908 e morì a Cervia il 22 luglio 1968. La formazione culturale, letteraria e religiosa, avvengono nella frequentazione di alcuni sacerdoti e di autori della sua Parma fra i quali Zavattini, e – ovviamente – nella lettura dei Classici antichi, nonché di Alessandro Manzoni. La sua vita e la sua letteratura sono impregnate degli umori della terra emiliana, di partecipi affetti familiari, di profondamente sentiti - e praticati, per così dire - valori civili e religiosi, che si colgono nelle pagine dei romanzi umoristico-sentimentali dei tempi del “Bertoldo” (La scoperta di Milano, Il destino si chiama Clotilde, Il marito in collegio), come in quelle dolenti e meditabonde scritte nei lunghi mesi dell’interamento (Diario clandestino, La favola di Natale, Ritorno alla base), per arrivare alle considerazioni acute e sofferte del Dopoguerra italiano che fu (pure) un “dopoguerra civile”; quindi ai godibili racconti di vita familiare (Corrierino, Zibaldino, ecc.) per concludersi con la saga della Bassa, come può essere considerata la serie dei racconti (più di trecento) all’insegna del “Mondo piccolo”: Don Camillo, Don Camillo e il suo gregge, Il compagno don Camillo, Don Camillo e don Chichì, e via elencando: trenta libri, dei quali diciotto postumi realizzati dai figli Alberto e Carlotta, mettendo insieme, appunto, tante pagine sparse dello scrittore.

Il tutto offre uno spaccato di vita civile, politica, letteraria, spirituale e del costume dell’Italia dagli anni Trenta al Sessantotto. Uno spaccato di storia, non soltanto nazionale, del quale il Nostro fu ad un tempo testimone e protagonista, vivendo - e scontando - sulla sua pelle quel senso di libertà, di dignità e di fede che gli erano propri, accadesse quel che poteva accadere. In questo, distaccandosi Guareschi da quella (così italiana) arcinota figura di intellettuale prono ai potenti, compiacente ai loro desiderata. Perché ogni azione, e ogni scritto del Nostro passavano attraverso il filtro della coscienza, unico vero padrone cui obbedire. E quella di Guareschi era retta coscienza cristiana, che bandisce ogni tipo di pratica, materiale e materialistica, convenienza per rendere testimonianza unicamente alla Verità. In questo senso, si colgano in modo particolare le pagine di osservazione e di riflessione scritte nei Lager, nonché quelle di Italia provvisoria, e della saga di Don Camillo, opera di respiro universale, letta e apprezzata ai quattro angoli della Terra (in ciò favorita pure dalle trasposizioni cinematografiche con interpreti d’eccezione Fernandel e Gino Cervi), sia per i contenuti: il mondo contadino coi suoi umori, valori, ritmi, personaggi, quotidianità di umanità spicciola, ma con un cuore di carne e con un’anima che sa guardare oltre gli orizzonti terreni, sia per la scrittura essenziale nella sua semplicità e impatto diretto nei confronti del lettore, sia ancora per quel contrappunto di umorismo e sentimento che, lungi dall’essere tra loro in contraddizione, si completano e si armonizzano.

Di Guareschi vanno sottolineate infine altre due caratteristiche. Le sue invenzioni come vignettista politico: esempio, i trinariciuti, l’obbedienza cieca, pronta assoluta, il contrordine compagni - termini ancora oggi usati nel linguaggio non soltanto giornalistico - e le antiveggenti critiche sul piano della distruzione dell’ambiente (si legga la favola ecologica “La calda estate del Pestifero”) e di una modernità tecnica e tecnologica tendente all’azzeramento dei valori familiari, dell’importanza della singola persona, per privilegiare la massa e un consumismo massificante e opprimente: i nuovi “idola fori” ai quali l’uomo si sta inchinando, quando la strada indicata da Guareschi era e resta un’altra: quella del primato della persona, che vale e va considerata per quei valori dei quali può (o non può) essere portatrice; quella dell’avversione allo statalismo, al dirigismo e alla statolatria, per cui appare del tutto estranea al pensiero e al sentimento del Nostro, quella espressione in forza della quale si può “perdere l’anima per il bene dello Stato”!Tutto questo emerge da quella vita breve, ma da quella ampia e grande opera che abbiamo davanti agli occhi.
  
Giovanni Lugaresi giornalista ed ex presidente del «Club dei Ventitré»

ARRIVEDERCI AL PROSSIMO HAPPENING


I circa 250 amici che hanno lavorato all'Happening 2017 sono lieti di ringraziare chi ha condiviso questa esperienza di festa e vi aspettano per iniziare l'avventura verso l'happening 2018.